MICROSCOPIO
Il microscopio è lo strumento che serve a ingrandire gli oggetti, o i loro particolari, che non possiamo vedere a occhio nudo, in modo da renderli visibili.
La figura 1. riassume e schematizza la struttura generale del microscopio.
1.
I microscopi a metà del secolo scorso erano:
Microscopio ottico
Microscopio composto
Microscopio elettronico (evoluzione del microscopio ottico oltre ad essere il più recente)
Vi sono, però, molti altri tipi di microscopi:
Microscopi in generale
E chi meglio può descrivere il microscopio se non l'inventore......
"
Invio a V. E. un occhialino per vedere da vicino le cose minime, del quale spero che ella sia per prendersi gusto e trattenimento non piccolo, chè così accade a me. Ho tardato a mandarlo, perché non l’ho prima ridotto a perfezzione, havendo hauto difficoltà in trovare il modo di lavorare i cristalli perfettamente. L’oggetto s’attacca sul cerchio mobile, che è nella base, e si va movendo per vederlo tutto, atteso che quello che si vede in un'occhiata è piccola parte. E perché la distanza fra la lente e l’oggetto vuol esser puntualissima, nel guardar gl'oggetti che hanno rilievo bisogna potere avvicinare e discostare il vetro, secondo che si riguarda questa o quella parte; e però il cannoncino si è fatto mobile nel suo piede, o guida che dir la vogliamo. Devesi ancora usarlo all'aria molto serena e lucida, e meglio è al sole medesimo, ricercandosi che l’oggetto sia illuminato assai. Io ho contemplati moltissimi animalucci con infinita ammirazione: tra i quali la pulce è orribilissima, la zanzara e la tignuola son bellissimi; e con gran contento ho veduto come faccino le mosche et altri animalucci a camminare attaccati a' specchi, et anco di sotto in su. Ma V. E. haverà campo larghissimo di osservar mille e mille particolari, de i quali la prego a darmi avviso delle cose più curiose. In somma ci è da contemplare infinitamente la grandezza della natura, e quanto sottilmente ella lavora, e con quanta indicibil diligenza. [...] Il Cannoncino è di 2 pezzi, e può allungarlo e scorciarlo a beneplacito."
Lettera di Galileo Galilei a Federico Cesi, Firenze, 23 settembre 1624, in G. Galilei, Opere, ed. nazionale a cura di A. Favaro, Firenze 1968, vol. XIII, pp. 208-209.
(fonte lettera di galileo)