Microscopio: Strumento atto a dare immagini ingrandite di oggetti molto piccoli. (Enciclopedia Treccani)
CENNI STORICI:
Le prime descrizioni del microscopio composto risalgono agli inizi del Seicento. John Wedderburn (1583-1651), discepolo e ammiratore di Galileo Galilei (1564-1642), testimonia che in questo anno lo scienziato pisano aveva già costruito un microscopio e compiuto osservazioni.
L’invenzione del vero e proprio microscopio viene, quindi, attribuita a Galileo (1564-1642). Nel Saggiatore (Roma, 1623), scritto tra il 1619 e il 1622 e pubblicato nel 1623, lo scienziato pisano accennava ad un “telescopio accommodato per vedere gli oggetti vicinissimi” . Fu l’accademico linceo Giovanni Faber (1574-1629), amico di Galileo, a battezzare, nel 1625, lo strumento, fino ad allora chiamato “occhialino”, “cannoncino”, “perspicillo”, “occhiale”, con il nome di “microscopio”.
I primi microscopi di tipo galileiano disponevano, come il cannocchiale, di una lente concava e una convessa montate su un tubo rigido. Grazie a questi semplici dispositivi ottici i filosofi della natura posero lo sguardo su un mondo nuovo e meraviglioso, che in seguito, avrebbe permesso lo sviluppo sia delle discipline medico-biologiche, sia di quelle naturalistiche.
1.
L’anatomia microscopica fu impostata nel corso del Seicento da Federico Cesi (1585-1630) e Francesco Stelluti (1577-1651) nell’Apiarium (Roma, 1625), un’opera distesa su un unico foglio di dimensioni straordinarie, contenente dettagliate descrizioni di carattere naturalistico, storico-erudito e letterario sulle api. In seguito, Giovanni Battista Hodierna (1597-1660) offrì nell’Occhio della mosca (Palermo, 1644), testo dedicato all’anatomia degli insetti, un esempio magistrale di indagine naturalistica condotta con l’ausilio del microscopio; Marco Aurelio Severino (1580-1656) propose nella Zootomia Democritaea (Norimberga, 1645), considerata a pieno titolo il primo trattato di anatomia animale comparata, una concezione atomistica delle strutture degli animali svolta sulla base di indagini microscopiche. Gradualmente il microscopio aiutò a svelare le cause del funzionamento degli organismi che furono spiegate estendendo all’ambito biologico lo stile rigoroso di analisi geometrica utilizzato da Galileo (1564-1642) nella meccanica. Tale aspetto fu sviluppato soprattutto da René Descartes (1596-1650) e da Giovanni Alfonso Borelli (1608-1679). Quest’ultimo, in particolare, descrisse dal punto di vista meccanico i moti muscolari attivati nel camminare, nel correre e nel sollevare i pesi.
2.
2. Galileo Galilei, Il Saggiatore, Roma, 1623 - frontespizio. Saggiatore, importante opera di Galileo promossa dall’Accademia dei Lincei.
LE PRIMISSIME SCOPERTE...
1658
Il fiammingo Jan Swammerdam (1637-1680), uno dei maggiori virtuosi nell’arte dell’osservazione microscopica della seconda metà del Seicento, osserva e descrive i globuli rossi del sangue. Egli è anche uno dei primi a formulare la teoria della preformazione, secondo la quale l’organismo è interamente costituito fin dall’inizio e lo sviluppo consiste solo in un processo di ingrandimento.
1678
Antoni van Leeuwenhoek (1632-1723) scopre i protozoi. Olandese, modesto impiegato pubblico e impareggiabile costruttore di lenti, non fu solo un semplice curioso dilettante dei misteri dell’infinitamente piccolo, ma anche un grande sperimentatore e scienziato dotato di un vastissimo bagaglio di conoscenze anatomiche ed embriologiche. Egli costruisce molti microscopi costituiti di una sola, piccolissima lente biconvessa, di straordinaria efficacia.
1683
L’olandese Antoni van Leeuwenhoek (1632-1723) scopre al microscopio i batteri, ma, come per gli spermatozoi, la sua scoperta è destinata a non essere colta in tutta la sua portata.
DAL SETTECENTO...
Nel Settecento lo strumento si diffuse fra le classi elevate della società, che lo utilizzarono come raffinato divertissement intellettuale. I costruttori inglesi introdussero alcune innovazioni che riguardarono soprattutto la meccanica dello strumento. Le prestazioni ottiche, infatti, continuarono ad essere abbastanza mediocri a causa dell’aberrazione sferica e dell’aberrazione cromatica, che furono eliminate soltanto nella prima metà dell’Ottocento, anche grazie al contributo di Giovan Battista Amici (1786-1863).
Pubblicità del 1859 negli U.S.A.(dalla Biblioteca Nazionale di Medicina - Bethesda, Maryland)
Da allora, in numerosi paesi europei e negli Stati Uniti partirono produzioni di microscopi più o meno sofisticate fino a raggiungere degli ingrandimenti che al giorno d'oggi arrivano a degli zoom pari a 1500 volte più grandi.
INFINE:
I miglioramenti apportati nei secoli successivi come l'inserimento della luce elettrica e i condensatori, servirono a migliorare la visione dell' oggetto osservato. Il più era stato fatto!
Nel 1930 in Germania viene inventato il microscopio elettronico, con quest'ultimo si raggiunsero incredibili ingrandimenti: fino ad un milione di volte più grandi rispetto ai microscopi inventati precedentemente.
CONSIDERAZIONI PERSONALI:
L'invenzione del microscopio, come molte altre invenzioni, è frutto di una fusione tra genialità, studio e fortuna. Ciò che rende ogni invenzione speciale è quanto essa abbia effettivamente un grande impatto nella società e nella ricerca mondiale. Il microscopio, così come il fuoco, la ruota e l'atomo è sicuramente una delle scoperte fondamentali della storia, senza il quale, altre grandi scoperte non sarebbero avvenute nello stesso lasso di tempo ma, probabilmente, il tempi molto più lunghi. P.T.
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